LA STORIA
Rignano Flaminio è un comune della provincia di Roma, situato al chilometro 38 della via consolare Flaminia. Confina con diversi comuni della provincia di Roma, come Morlupo, Capena, Civitella San Paolo, Sant’Oreste e Magliano Romano, oltre a Calcata e Faleria nella provincia di Viterbo. Il territorio circostante è caratterizzato da paesaggi rurali con pascoli di ovini e bovini, vigneti, oliveti e noccioleti, intervallati da zone residenziali come quelle di Montelarco e Morolo. Salendo verso Monte Le Cave, si scorge la parte più recente della cittadina, con case disposte lungo le pendici di Monte Onorio, mentre in lontananza si staglia il Monte Soratte, noto per il suo profilo solitario e arido, che secondo Virgilio sembra una catena montuosa anziché un singolo massiccio.
Rignano Flaminio è circondato da distese di macchia mediterranea con querce, faggi, ginestre e olmi, ed è considerato il probabile rifugio dei Capenati, un’antica popolazione indoeuropea che abitava la zona tra la valle del Tevere e il Soratte. I Capenati, distinti dagli Etruschi e simili ai Latini, veneravano divinità locali come la dea Feronia, protettrice dei boschi, e il dio Sorano, rappresentato con testa di lupo e adorato sul Monte Soratte. Le testimonianze storiche mostrano che il primo insediamento in quest’area risale al 1000 a.C., confermato dai ritrovamenti archeologici lungo la Flaminia, dove sono stati scoperti settori di una necropoli con tombe a fossa e a camera di epoca preromana e romana.
Nel corso della storia, Rignano ha assunto vari nomi, tra cui Arignanum, Rignanum e castrum Arinianum, ed è menzionato in documenti sin dal X secolo. Ottone I, imperatore del Sacro Romano Impero, vi soggiornò nel 962 dopo l’incoronazione a Roma, e vi passò anche Ottone III nel 999, portando le reliquie dei Santi Abbondio e Abbondanzio a Roma. Durante il Medioevo, la città fu associata a importanti famiglie nobili come i Savelli, che la detennero fino al 1501, quando fu espropriata dal papa Alessandro VI. Dopo la caduta dei Borgia, la città tornò ai Savelli fino al 1607, per poi passare ai Borghese e successivamente ai Muti, ai Cesi e infine ai Massimo nel 1799.
Il centro cittadino di Rignano è caratterizzato da un borgo medievale che si distingue per il suo fascino storico. Corso Umberto I, la via principale, porta a una piazza trapezoidale con case post-rinascimentali, dove si trovano i resti della Rocca dei Savelli. Scendendo per via Cavour, si accede al borgo medievale con le sue strette strade e case in tufo addossate su un colle che degrada fino al fosso di San Martino, un affluente del Tevere. Testimonianze archeologiche e monumenti, come un sarcofago e colonne appartenenti forse a un tempio dedicato a Silvano, dio delle greggi, ricordano il passato antico della cittadina e ne fanno uno storico crocevia tra le epoche preromana, romana e medievale.
Fonte Proloco Rignano Flaminio
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